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Attilio Casadio

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Da giocatore ha sempre ricoperto il ruolo di ricevitore. Esordisce nel campionato seniores di Serie B  (terza serie nazionale) nel 1987 con il Godo, la squadra, alla giuda di Joe Boreki giunge seconda in campionato e viene eliminata in gara 5 della semifinale Play off per la promozione dal Torino. Nel 1988 il team allenato da Andrea Baldrati e Jon Long si qualifica secondo e viene eliminato in gara 5 della semifinale Play off promozione dal Novara.

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Nel 1989 con Dan Bonanno come Manager arrivano terzi in campionato e non disputano i play off promozione.

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Nel 1990 alla guida della squadra arriva Bill Holmberg che vi resta fino al 2001, si qualificano secondi in campionato e vengono eliminati in gara 3 della semifinale Play off promozione dal Crocetta. Nel 1991 arriva la promozione in A2​ e nel 1992 e 1993 si guadagnano il quinto posto su dieci squadre nel campionato di A2. Nel 1995 perdono in gara 5 la finale per la promozione in A1.

 

Nel 1999 inizia la sua carriera di coach e partecipo alla vittoria dello scudetto U18 (unico titolo nazionale vinto da Godo) in gara 3 contro Collecchio. 

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Il 2000 per motivi di lavoro questo é l’ultimo campionato giocato ed anche l’ultimo campionato con Bill, l´anno successivo infatti, ultimo anno di Holmberg a Godo come allenatore, si trasferisce temporaneamente all´estero per lavoro. 

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Dal 2002 ricopre il ruolo di direttore sportivo dell’organizzazione Baseball Godo. Come dirigente ha dato un importante contributo in svariati progetti:

​la creazione del movimento softball Godo dal 1995 al 2005​

  • I play off scudetto sfiorati nel 2006 al nostro primo anno in A1

  • I 10 anni consecutivi di permanenza in A1 dal 2006 al 2015 con la retrocessione volontaria in A2 nel 2016 per motivi economici

  • La promozione in A1 nel 2018

  • I 30 anni consecutivi di permanenza in serie A dal 1991 al 2021

  • L’organizzazione dell’Italian Baseball week del 2005 con la presenza a Godo di nazionali come quella Cubana e Olandese

  • L’organizzazione di 3 partite dei mondiali 2009

  • La promozione in A1 nel 2005 con Maurizio Zoli come allenatore e Christian Mura come Pitching Coach

Il ricordo di Bill: “Quando Bill arrivò a Godo nel 1978 avevo 9 anni. A quei tempi, ma anche in seguito, quando mia madre non mi trovava mi veniva a cercare al campo da baseball. Sognavo di battere la valida della vittoria di gara 7 delle World Series, nonostante allora fosse quasi impossibile vedere filmati di quel campionato. Così ogni domenica si tifava per gli eroi locali. Quell’anno avevamo un giocatore americano e solo il fatto che provenisse dagli Stati Uniti gli conferiva una magia ed un che di soprannaturale.

Alto, capelli ricci castano chiaro e un braccio che a Godo non si era mai visto. Bill era un gran battitore. In difesa ricopriva il ruolo di ricevitore. Quello che a me bambino rimase impresso era ed è la facilità con la quale eliminava in seconda base i corridori che tentavano di rubarla. Ecco io in seguito, sotto la guida di Bill, ho ricoperto lo stesso ruolo. Ore ed ore di lavoro sui fondamentali per cercare di anticipare il movimento, per ridurre il tutto all’essenziale, per guadagnare qualche centesimo di secondo, per fare in modo di eseguire il gesto tecnico del lancio in secondo su rubata automatico come respirare. Bill sulla rubata si alzava con un’espressione del viso che diceva “Ma tu dove credi di andare”, faceva il passo e tirava un’autentica fucilata Strike nel guanto del seconda base non ricordo un arrivo salvo in seconda.

Bill fin da ragazzo amava stare in campo e lavorare con noi, facevamo allenamento in estate tutte le mattine alle 10. Tutte le mattine alle 10:05 in bicicletta andavamo sotto la sua finestra a tirare sassi per svegliarlo. Lui apriva di cattivo umore, arrivava al campo dopo pochi minuti ancora assonnato ed arrabbiato, ma quando varcava le linee di foul si trasformava diventava quell’essere carismatico e competente che sapeva sempre cosa fare e cosa dire per tirare fuori il meglio da ognuno di noi.

L’amore per il Baseball l’ho sempre avuto, ma i contenuti di conoscenza dei vari gesti tecnici, di conoscenza del gioco di rispetto per il gioco stesso beh quelli in me ce li ha messi Bill e di questo gli sarò per sempre grato”

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